Le vie fluviali

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Tra i paesaggi fluviali e i corsi d'acqua

Le vie fluviali della Venezia Orientale

Il territorio della Venezia Orientale comprende 4 grandi sistemi idraulici:

  1. fiumi montani, tra cui Piave, Livenza e Tagliamento
  2. corsi d’acqua intermedi, tra cui Sile, Brian, Malgher-Loncon e Lemene
  3. drenaggio locale delle pianure
  4. sistema lagunare e costiero

I segni fisici che delimitano questo territorio sono a nord-est il fiume Tagliamento che costituisce anche il confine regionale; a nord-ovest la fascia delle risorgive; ad ovest la rete idrografica superficiale tra la Venezia e la Laguna di Venezia, il fiume Sile e il territorio dell’Opitergino-Mottense e infine, a sud, oltre l’estesa pianura di recente bonifica, l’ambito è definito dalla fascia litoranea.

Caratteristica di tutto il territorio è la rilevante rete di corsi d’acqua e vie navigabili che lo attraversa: i principali fiumi alpini e di risorgiva, con i loro affluenti e i canali costruiti nel corso del tempo, confluiscono sull’Idrovia Litoranea Veneta, che attraversa la Laguna di Venezia e raggiunge Monfalcone.
In corrispondenza delle foci dei fiumi permangono importanti varchi (foce del Tagliamento, Laguna di Caorle, foce del Piave e Laguna del Mort, in cui si innesta il sistema vallivo e, a sud la Laguna nord di Venezia) che, tra i centri di Bibione, Caorle, Eraclea Mare, Jesolo e Cavallino-Treporti mantengono la connessione tra il territorio agricolo e il mare.

Il paesaggio fluviale e le vie d’acqua della Venezia Orientale sono stati citati e descritti da diversi autori fin dall’antichità. Tra questi, nel I secolo d.C, il geografo greco Strabone, lo storiografo Plinio il Vecchio e il poeta Marziale, il filologo latino Servio vissuto tra IV-V sec. d.C., ma chi meglio di altri è riuscito a delinearli, esaltando la vita e il talento marinaro dei suoi abitanti è stato Cassiodoro, alto funzionario del re ostrogoto Teodorico, in una lettera inviata ai tribuni marittimi della Venetia (537-538 d.C.). Un documento ricco di suggestioni che descrive la navigazione interna lungo i canali, al riparo dal mare, la risalita dei fiumi e il procedere lento delle barche che sembrano scivolare sull’erba delle barene.

In età medievale le vie d’acqua e i percorsi stradali presenti nel territorio si saldano tra loro in un reciproco e funzionale rapporto di sovrapposizioni e intersezione, generando la sua dimensione più autentica e identitaria, caratterizzata dall’integrazione tra vie fluviali e terrestri, dall’estrema flessibilità dei percorsi e dalla capacità di abbinare trasporto su acqua e trasporto su strada. Questo che appare come un primo prototipo di spostamento intermodale comincia a delinearsi a partire dalla piena età comunale e signorile, e si perfeziona raggiungendo la massima efficienza nei primi decenni del XV, con l’acquisizione definitiva della terraferma da parte di Venezia, che consentirà alla Serenissima la possibilità di operare direttamente sopra il sistema idrografico e viario.

Le vie d’acqua hanno ricoperto un ruolo fondamentale anche nelle epoche successive, durante la Grande Guerra e fino ai giorni nostri, diventando un elemento imprescindibile per conoscere e visitare questi luoghi.

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