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BUNKER DELLA GUERRA FREDDA

Bunker della Guerra Fredda

Titolo: Bunker della Guerra Fredda

Descrizione: Fortificazione dell’esercito italiano risalente ai tempi della Guerra Fredda, attualmente ristrutturata e resa visitabile.

L’opera di fortificazione sistemata sugli argini del fiume Tagliamento”, nel comune di San Michele al Tagliamento, è stata realizzata, alla fine degli anni 60, a difesa del ponte sulla SS 14 e della linea ferroviaria Venezia-Trieste.

È l’unica opera della fanteria d’arresto che si trova della regione Veneto (tutte le altre sono in Friuli Venezia Giulia), nonché la più meridionale fra di esse. La linea di difesa si estendeva a nord e a sud dell’argine destro del fiume Tagliamento. L’opera presentava, nella configurazione finale, sei postazioni per mitragliatrice in torretta a quattro feritoie, due postazioni a/c per carro in vasca ed un posto comando-osservazione.

Queste opere furono pensate come un complesso stabilmente organizzato di postazioni blindate con un elevato potere d’arresto ed unico comando. Infatti, erano generalmente costituite da un posto comando con osservatorio (PCO), un complesso di postazioni armate con mitragliatrici (M) e postazioni cannone controcarro (P). Il “posto comando ed osservazione” dirigeva la difesa ed era collegato ad un sistema a “ponte radio”.

L’unità destinata a presidiare l’opera era la “compagnia d’arresto”, composta da un comandante, un plotone comando e servizi, costituita da due squadre, un plotone presidio opera, uno difesa vicina ed un medico. La fortificazione doveva fronteggiare la difesa da truppe motorizzate, corrazzate, aviotrasportate e nuclei sabotatori; in un secondo momento si prevedeva l’avanzata della fanteria meccanica sostenuta da reparti corazzati. Grazie all’interramento, si riduceva considerevolmente la vulnerabilità del personale anche in caso di esplosioni nucleari. Nel tempo la “fortificazione permanente” divenne sempre più vulnerabile per l’aumentata precisione delle armi e per la necessità strategica di maggiore mobilità. La caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione del Patto di Varsavia fecero venir meno presupposti che l’avevano generata. A partire dal 1991, vennero progressivamente sciolti i reparti d’arresto e le Opere disarmate e dismesse.

 

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