Section Title
Oratorio di San Mauro di Sopra
: In questo luogo nel 1924 i coniugi Santa e Isidoro Galasso, su un terreno di loro proprietà, fecero costruire un “capitello”, composto da due colonne con copertura a spiovente e chiuso da una porta, in memoria dei due figli morti durante la Prima Guerra Mondiale (la “Grande Guerra”): Angelo, detto Luti, deceduto prigioniero in Boemia e Giuseppe, deceduto in provincia di Gorizia.
Nel 1926 Davide Galasso fece ampliare ai lati il capitello, trasformandolo in oratorio, dedicato alla Beata Vergine del Rosario.
Guardando la costruzione esternamente, l’edificio è stato realizzato in mattone faccia vista e ricalca gli stili medievali.
Degna di nota è la croce celtica, situata sopra il colmo della facciata.
Sul lato posteriore, in alto a destra si può vedere una torretta campanaria con inserita una piccola campana ancora funzionante.
Dalla porta d’ingresso dell’oratorio si accede all’unica navata che compone l’interno dell’edificio, restaurato più volte.
Sul fondo della navata è sito un altare, sopra il quale è stata realizzata un’edicola, ai cui lati si intravvedono, ancor oggi, i resti di affreschi che raffigurano due santi in preghiera, realizzati da Giuseppe Peloi da San Giovanni di Casarsa.
Nell’edicola è collocata una Madonna lignea in trono con bambino. Peculiare è la storia della statua, le cui origini sono fatte risalire da alcuni esperti al XVI secolo d.C. mentre la sua paternità viene attribuita alla scuola di Domenico da Tolmezzo. La statua fu portata a San Giorgio da Antonio Carrara, che commerciava in cavalli con la Carinzia e la Carnia: al ritorno di uno dei suoi viaggi di lavoro il signor Carrara ritornò nel paese natio con l’opera d’arte con l’iniziale intento di collocarla nella chiesa parrocchiale, l’attuale “chiesa vecchia” di San Giorgio. La statua, tuttavia, non si adattava allo stile della chiesa ed il signor Carrara tenne la statua presso la sua abitazione, dapprima a San Giorgio e poi a San Mauro ove si trasferì a vivere col figlio Raimondo. Alla morte del padre, Raimondo divenne proprietario dell’opera che passò poi al proprio figlio sacerdote, don Emilio Carrara. Il presbiterio portò la statua sempre con sé nel suo peregrinare per ragioni di ministero e, quando si stabilì a Portogruaro essendo stato nominato docente presso il Collegio Marconi, la fece riportare a San Mauro donandola alla famiglia Galasso affinché fosse collocata nell’oratorio. Da allora tutti gli anni nella prima domenica del mese di ottobre si celebra la festa della “Madonna del Rosario” ed il simulacro della Vergine viene portato in processione, con l’unica eccezione dell’anno 2010 in quanto la statua fu esposta in una mostra tenutasi a Portogruaro presso il collegio Marconi.